Come molti altri, ho sentito anch’io l’urgenza di rispondere al tanto discusso intervento di Galileo sul suo Podcast Herowatch, andato in onda la scorsa settimana.
Per chi non lo avesse ascoltato, faccio una breve introduzione:
Il 20 Novembre si è svolto l’evento che ha visto fronteggiarsi i londinesi SPIRITs con gli ultimi arrivati New Souls (Rouge Rogers, Jackob Livingston, George Taylor, Teo Triscele e Karl Preger, sponsorizzati da Leslie “Nextdoor Girl” Lancaster, ex leader della vecchia formazione da poco sciolta).
Durante lo scontro Preger (a.k.a. Eskimo) ha per errore (?) rivelato l’identità del segreto capo degli SPIRITs, Yuliana Fenin, causando il loro scioglimento e aprendo l’ennesimo dibattito sul rapporto tra realtà e finzione nei Tour di superumani – mi scusino, “persone diversamente speciali” – e dell’ormai dichiarata Fan Age dei supereroi.
Come potevamo aspettarci anche Galileo ha voluto dire la sua, portando come sempre acqua al suo mulino e alle sue “Vedette”. Ecco il suo podcast:
Ho aspettato un po’ a rispondere alle sue parole, ho dovuto riflettere molto. Perché nel suo delirio finto liberale non posso negare che qualcosa di condivisibile ci sia.
Mi inimicherò anche io qualche lettore rimanendo d’accordo che lo Show Business dei Supertour sta perdendo il controllo, travolgendo ormai gli spettatori in un turbinio di crossover, finti viaggi dimensionali e attraverso il tempo, obbligando spesso gli appassionati a seguire numerosi supergruppi per riuscire a capirci qualcosa, e impedendo a neofiti di raccapezzarcisi.
E probabilmente sì, ha reso i superumani coinvolti dei narcisisti assetati di pubblico, liberandoli definitivamente dal senso di colpa nel sentirsi superiori. Sicuramente non tutti, ma molti.
E soprattutto è così per le giovani leve, che non hanno vissuto gli anni della Lotta, gli anni in cui i superumani, anzi, mi permettano qui di dire i “supereroi”, erano necessari.
Le nuove generazioni non sanno cosa farsene dei loro poteri, è vero. Ed è anche vero che le Scuole private per i diversamente speciali (le varie Accademie e Istituti) promettono come primo sbocco professionale proprio i Supertour.
Qui mi permetto di fare due incisi:
Ma fermo su queste opinioni, difficilmente riesco a proseguire nel ragionamento.
Perché davvero l’alternativa è far scendere il superumano al nostro livello? Dobbiamo farli disperdere nella folla, nel traffico? Vogliamo davvero farli diventare “diversamente speciali”? Oppure ancora peggio, dirci, con voce entusiasta e naif, che in fondo siamo tutti un po’ super?
In poche parole, usando la più didascalica e abusata delle domande: siamo sicuri di non aver più bisogno dei supereroi?
E’ vero, Galileo non intende esattamente questo con il programma Herowatch. Ma creare un organo di controllo dei superumani, per quanto democratico, vuol dire forse addirittura metterli sotto al nostro, di livello. E possiamo tranquillamente aspettarci una guerra civile, se mai il loro manifesto dovesse fare qualche passo avanti.
Io non so che cosa dovrebbe farsene un giovane superumano dei suoi poteri.
E per quanto possa suonare estremo e disarmante, credo che in fondo debba poterci fare quel che cavolo gli pare, nella speranza che qualcuno (scuole, genitori o zii non lo so) gli abbia inculcato un’idea anche vaga di responsabilità.
In quanto ai Tour, in mezzo a tutto il loro delirio multinarrativo e controversa montatura scenica, qualcosa di buono si può ancora trovare. Qualche evento ben costruito, avvincente e “profondo”, qualche eroe dalla buona volontà esistono ancora, e come sempre cerco, quando posso, di porvi l’attenzione del pubblico. Superumani come gli Iron Kids, o, ai loro tempi, i Key boys: gruppi che mi fanno pensare, a volte, che abbiamo ancora bisogno di guardare in alto.
Che gli acerbi New Souls siano tra questi rari casi, è ancora presto per dirlo.
Una prova del nove potrebbe essere il loro prossimo evento, il 5 Dicembre, quando a Copenaghen affronteranno i CMYKnights.